Complicanze della mastoplastica additiva

Complicanze della mastoplastica additiva

Le complicanze generiche legate all’atto chirurgico di mastoplastica additiva sono essenzialmente legate al sanguinamento post-chirurgico o all’infezione della protesi.

 Tali complicanze vengono considerate precoci in quanto possono insorgere nelle prime ore dopo l’intervento di mastoplastica additiva o nei giorni immediatamente successivi.

 Una accurata coagulazione durante l’intervento di mastoplastica additiva, l’utilizzo di drenaggi in aspirazione nelle 24-48 ore successive all’intervento, una adeguata terapia antibiotica intraoperatoria e per i successivi cinque giorni, in genere ci tutelano da queste complicanze.

 Tra le complicanze tardive della mastoplastica additiva, cioè quelle che possono insorgere in una fase successiva all’intervento di mastoplastica, quella più temibile e’ certamente la “contrattura capsulare“.

 Ma cosa e’ la contrattura capsulare?

 Quando impiantiamo una protesi il nostro organismo reagisce all’impianto protesico sviluppando una capsula intorno alla protesi mammaria, capsula che ha la funzione di isolare la protesi mammaria dal resto del nostro corpo attraverso una vera e propria reazione da corpo estraneo.

 La capsula si forma in genere nel primo mese dopo l’intervento di mastoplatica additiva.

 In alcuni casi questa capsula tende ad inspessirsi e a comprimere la protesi, dandogli un aspetto di fissità e scarsa morbidezza, fino a determinare, nei casi più gravi, una dislocazione o spostamento della protesi ed una grave sintomatologia dolorosa.

 Purtroppo questa complicanza tardiva non e’ prevedibile e può insorgere anche dopo molti anni dall’intervento.

 D’altra parte la contrattura capsulare non e’ molto frequente, ed i casi gravi con dislocazione delle protesi sono a dire il vero molto rari.

 Cosa facciamo per prevenire la contrattura capsulare?

 La prima cosa e’ utilizzare protesi mammarie con superficie testurizzata, che sembra sviluppino meno contrattura capsulare rispetto alle protesi con superficie liscia.

 Inoltre sembra che la sede dell’ impianto sottomuscolare sia gravata da minori contratture capsulari rispetto alla sede sottoghiandolare.

 L’utilizzo di drenaggi in aspirazione consentono di non lasciare eccessivi coaguli ematici intorno alle protesi, coaguli che interferiscono negativamente con lo sviluppo della capsula.

 Il massaggio precoce e costante delle protesi mammarie nella tasca chirurgica allestita durante l’intervento di mastoplastica additiva sembra sia una delle cose più efficaci contro la contrattura capsulare.

 Sono state proposte anche terapie farmacologiche che avrebbero una qualche utilità nella prevenzione della contrattura capsulare, a base di integratori con vitamina A ed E o l’utilizzo di farmaci  anti asmatici.

 Sulla effettiva validità di tutti questi presidi ancora si discute molto nei vari convegni e congressi internazionali.

 Ma cosa facciamo nel caso si sviluppi una contrattura capsulare grave?

 Purtroppo e’ necessario operare nuovamente cambiando la sede dell’impianto se questo e’  sottoghiandolare, ovvero asportando la capsula totalmente o solo parzialmente e reimpiantando le protesi.

 

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