Gigantomastia

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GIGANTOMASTIA

Quando il volume delle mammelle aumenta molto andando al di là della semplice ipertrofia mammaria, allora parliamo di gigantomastia.

All’aumento di volume delle mammelle si associano altri disturbi legati al grande peso delle stesse ed in genere rappresentati da disturbi posturali con compromissione della colonna vertebrale del tratto cervicale e toracico, ed inoltre alterazioni trofiche cutanee (ulcere e decubiti) della zona sottomammaria ed inframammaria.

La gigantomastia quindi oltre ad un disagio estetico crea delle vere e proprie limitazioni funzionali a volte anche gravi, facendola quindi rientrare a pieno titolo tra le vere condizioni patologiche di pertinenza della chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica.

A conferma di quanto detto questa condizione viene riconosciuta come patologica anche dal S.S.N. e quindi la si potrà trattare anche in ambiente ospedaliero o universitario.

Le tecniche chirurgiche di riduzione mammaria sono identiche a quelle che utilizziamo in chirurgia estetica, cambiano unicamente le dimensioni  dei lembi di pelle, di grasso e di ghiandolari da asportare, e cambia la posizione del  complesso areola-capezzolo che è posizionato quasi sempre molto in basso rispetto alla sua sede naturale.

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Più sono ampi i lembi da asportare e più sono lunghe le cicatrici, più è distante il complesso areola capezzolo dalla sua sede naturale, maggiore è il rischio che questo possa soffrire durante e dopo l’intervento.

Proprio in questi casi sono di grande aiuto le tecniche a cicatrici ridotte (short scar lift).

L’intervento si esegue in anestesia generale e dura circa tre ore. E’ necessaria una notte di degenza in clinica.

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